Il Lazzaretto Vecchio è un’isola di grande importanza storica, posta nella laguna centrale di Venezia, vicinissima al Lido, di fronte al bacino di San Marco. La sua superficie è di circa due ettari e mezzo, di cui 8500 mq edificati. Conserva un patrimonio storico-monumentale di grande interesse.
Nel 1423 su scelta dal Senato della Serenissima per istituire – prima volta al mondo – un ospitale destinato alla cura e all’isolamento dei malati di peste. Dal nome dell’isola, intitolata a Santa Maria di Nazareth, derivò il termine di Nazaretum e poi Lazzaretto (probabilmente anche per l’isola vicina dedicata a San Lazzaro: L’origine veneziana del termine Lazzaretto – Accademia della Crusca). Per distinguerlo dall’altro Lazzaretto, che aveva compiti di quarantena e detto Nuovo (edificato a partire dal 1468 su un’altra isola, la Vigna Murada, nei pressi del porto del Lido), l’ospitale assumerà nei decenni successivi il definitivo nome di Lazzaretto Vecchio.
L’isola fu ingrandita a più riprese, anche mediante imbonimenti dei bassifondali circostanti. In queste aree, recenti scavi hanno mostrato la presenza di fosse comuni con migliaia di sepolture, riferibili alle pestilenze del XVI-XVII secolo. Successivamente il Lazzaretto Vecchio fu utilizzato anch’esso come luogo di quarantena e per la disinfezione delle merci.
Intorno alla metà del 1800 fu destinato a magazzino militare; di conseguenza alcuni antichi edifici furono abbattuti: la chiesa, il campanile romanico, i due torresini di polvere cinque-seicenteschi e quanto restava delle strutture medievali. Terminata la funzione militare nel 1965, per trent’anni è stato adibito a canile municipale.
In anni recenti l’isola ha conosciuto importanti interventi da parte del Ministero ai Lavori Pubblici e del Ministero Beni Culturali. Nel 2008 è stata completata una parte considerevole di lavori strutturali (rifacimenti di muri, tetti, rive e sponde) con il progetto di farne sede del Museo Archeologico Nazionale della Laguna di Venezia, dove finalmente presentare in modo filologico e unitario gli straordinari materiali recuperati da migliaia di ricerche archeologiche compiute in laguna, e dove ricostruire l’evoluzione e le trasformazioni della città di Venezia dall’antichità ad oggi. Poi il progetto è stato sospeso per mancanza di fondi. In attesa di prossimi finanziamenti, l’isola ha quindi rischiato nuovamente l’abbandono e il degrado.
Dal settembre 2013 la Soprintendenza Archeologica del Veneto ha attivato un protocollo d’intesa per servizio di vigilanza, visita pubblica e piccole manutenzioni grazie al contributo gratuito dell’Archeoclub di Venezia, sede locale dell’associazione nazionale Archeoclub d’Italia e iscritta nel Registro del Volontariato della Regione Veneto. L’Archeoclub di Venezia è già attivo da decenni nell’isola del Lazzaretto Nuovo con campi didattici e custodia del deposito per materiali archeologici di provenienza lagunare. Questa convenzione consente di ricostituire in Laguna – con l’apertura al pubblico dei due Lazzaretti veneziani – un binomio di grande interesse storico-culturale e monumentale, con particolare riferimento alla storia della Sanità. Grazie anche a un significativo passaparola e alla collaborazione con altre associazioni, oltre diciassettemila persone hanno potuto visitare l’isola fra il 2014 e il 2019: nel gennaio 2020 il MiBACT ha ufficializzato un nuovo stanziamento per i restauri e la riattivazione del progetto museale (dall’aprile 2017 l’isola fa parte del Polo Museale del Veneto).
Già oggi, con i suoi grandi edifici storici, con le testimonianze pittoriche alle pareti e la sua posizione geografica, il luogo è particolarmente affascinante e meritevole di essere visitato.
(Nel 2015 l’isola è stata parte della 56. Biennale d’Arte di Venezia, scelta come “santuario” dall’artista espositore unico per l’Olanda, maestro Herman de Vries.)
Qui il numero del periodico ArcheoVenezia dedicato al Lazzaretto Vecchio.
Eric Bertherat dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dirigente referente per un gruppo di malattie infettive che comprende anche la peste:“La Repubblica di Venezia fu la prima a implementare una reale strategia di salute pubblica per il controllo delle malattie infettive, nonostante la mancanza di conoscenze dell’epoca. Ha giocato un ruolo storico di primo piano, ed è quindi molto importante che le persone vengano a visitare i Lazzaretti Veneziani, per capire la portata assolutamente innovativa delle misure di sicurezza e della gestione del sistema che fu costituito.”
Ilaria Capua, virologa direttrice dell’One Health Center of Excellence – Università della Florida: “L’Italia fu un vero e proprio laboratorio per comprendere come le infrastrutture e, in generale, l’ambiente avessero un ruolo fondamentale nella diffusione delle malattie. A cominciare da Venezia, dove per la prima volta si sperimentò un approccio che potremmo definire “epidemiologico”. Grazie ai Lazzaretti si svilupparono concetti e procedure che poi si sarebbero rivelati essenziali nel controllo delle malattie diffusive.” [Salute circolare, Egea Editore 2019]
